Cronaca

Il lato oscuro dei giochi online

Adolescenti sfide a limite, giochi esagerati e realtà virtuali; purtroppo i genitori d’oggi devono fare i conti con contenuti online sempre più pericolosi e facilmente accessibili.
Specialmente i ragazzi in età adolescenziale, tendono a costruirsi un vero e proprio mondo virtuale e parallelo, creando interazioni con nuovi utenti (la maggior parte delle volte persone sconosciute). Spesso, purtroppo, il rischio è quello di incappare in situazioni molto pericolose.
I giochi online offrono ai ragazzi un’idea di fuga mentre l’aspetto sociale di alcuni giochi trasmette l’idea di far parte di una comunità. Tuttavia, il rischio è quello di essere esposti a diversi pericoli o di sviluppare una vera e propria dipendenza da gioco.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), vista la situazione allarmante, ha deciso di aggiungere “giochi” nella categoria relativa ai “Disturbi dovuti a comportamenti di dipendenza”, la stessa che si occupa anche di alcol, droghe, gioco d’azzardo.
Trend e challenge da emulare sono all’ordine del giorno, si sceglie di sfidare i propri amici e di seguire i propri bignamini alla ricerca del brivido, cimentandosi in imprese il più delle volte pericolose.
Purtroppo proprio di recente, un fatto di cronaca ha sconvolto l’intero paese, la challenge di alcuni youtuber che hanno guidato un auto per 50 ore consecutive, causando un incidente costato la vita ad bambino travolto dall’autovettura.
Alcuni test, svolti da Get Safe Online, individuano nei giocatori delle linee comportamentali negative nei confronti dell’altro utente, dando così vita ad un altro spiacevole fenomeno, ovvero il cyberbullismo. Questo termine nasce in America e indica un atto aggressivo, compiuto attraverso il web, sottoforma di messaggi offensivi e pericolosi.
I pericoli non sono ancora finiti, massima attenzione anche a non imbattersi nei “predatori online”, ovvero utenti adulti che utilizzano le piattaforme per adescare giovani vittime.

Un altro caso mediatico è quello di Georgina Munday, infermiera di 44 anni della contea inglese nella regione delle Midlands Orientali. Si è accorta che sua figlia, di soli 10 anni, aveva speso 2800 euro su Roblox, il videogame che trascina il giocatore in un mondo virtuale.
Ma come è possibile che sia così semplice accedere a determinati servizi? Molte app e piattaforme dovrebbero forse avere dei blocchi per impedirne l’uso improprio. Apple, dopo il misfatto, in difesa ha ricordato che basterebbe non rivelare le password o abilitare il FaceID, in modo tale da rendere impossibile l’accesso ai minori, se non sotto la loro supervisione.
È quindi necessario maggiore controllo da parte dei genitori e sicuramente qualche limite in più per accedere ai servizi e proteggere la propria incolumità.
Ad oggi esiste ‘’ChildNet’’, un’applicazione che aiuta i genitori a controllare le attività online e i siti frequentati dai propri figli.

Martina Hamdy

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