CronacaMeteorologia

Big Snow 2 la vendetta? No, la disfatta”

Ci risiamo: nuova fuffa meteorologica diffusa a mezzo stampa

Allarmi! NON arriva Big Snow e nemmeno Big Snow 2, la vendetta!

Dopo solo qualche giorno ci troviamo a commentare l’ennesima previsione allarmistica e per l’ennesima volta alcuni tra i maggiori organi di informazione hanno dato seguito alle previsioni frequentemente allarmistiche del solito sito meteo (privato), ILmeteo.it.

Tv, giornali, testate web, radio. Quasi nessuno escluso.

I meteorologi di Meteo Expert, tutti laureati in Fisica dell’Atmosfera e tutti certificati, insieme ad altri esperti e seguendo i principali modelli fisico-matematici, per il primo fantomatico Big Snow da giorni avevano previsto neve a 200-300 metri di quota con qualche fiocco “coreografico” anche in pianura ma nulla di più. Una normale nevicata a quote di bassa collina, sempre meno frequente a causa della crisi climatica. Stessa cosa per il secondo presunto evento (Big Snow 2 la vendetta).

Eppure tutti hanno di nuovo dato credito a chi forse di credito, in questo caso, non ne dovrebbe aver avuto così tanto.

Perché i casi sono due: o chi gestisce quel sito non è capace di fare una previsione meteorologica (sarebbe bello sapere se il titolare è laureato in Fisica oppure laureato in qualche materia afferente la Meteorologia) oppure sbaglia sapendo di sbagliare e non ha nessun interesse a diffondere un’informazione rispettosa degli utenti che si preoccupano, della deontologia professionale, della Protezione Civile, dei Comuni che si allertano.

Questo modo di agire è un danno enorme per tutta la Meteorologia.

Chi paga? Nessuno. Chi ci guadagna? Solo chi promuove questa errata informazione, perché aumentando i click si aumenta il fatturato. Forse il trucco è che si impennano i click ad ogni proclama di big snow, sciabolata artica, poppee, caronti, cerberi o bombe di neve? Forse è questo il trucco? Esagerare per raccogliere click? Non lo sappiamo con certezza, certo è che il dubbio viene.

Tra le colonne portanti del giornalismo c’è la verifica e la qualità delle fonti. Come ci si può affidare a una “fonte“ che ogni tanto tende ad aumentare la previsione per renderla più cliccabile? Come fanno i giornalisti a diffondere queste previsioni senza chiedere anche ad altre fonti? Sembra quasi che alcuni media abbiano solo e soltanto la stessa fonte anche in casi di errore evidente come per questo preannunciato e clamorosamente sbagliato big snow. Come si può parlare di crisi climatica e poi trattare la Meteorologia come un fenomeno da baraccone senza considerate che purtroppo ormai si muore di maltempo? Non hanno insegnato nulla gli eventi catastrofici degli ultimi mesi in Emilia-Romagna e Toscana?

Questo fenomeno accade SOLO in Italia. Arriveremo mai a un’informazione meteorologica degna di questo nome? Il settore privato della Meteorologia avrà mai una regolamentazione? Per chi ancora non lo sapesse, la Meteorologia italiana è senza regole cioè un vero e proprio Far West dove vince chi è più veloce non chi è più attento e moderato.

Luigi Latini, Judith Jaquet

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