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Luigi Di Maio torna sulla polemica con la lega sulla elezione diretta delle province assicurando: "Quelle 2500 poltrone in più con il MoVimento 5 Stelle non passano. No ad altri serbatoi clientelari, no ad altra burocrazia. Bisogna semplificare le cose, non complicarle!" "Già me la immagino la corsa di certe volpi a piazzare amici, amichetti e portatori Di voti. Lo Stato ha l'obbligo di assicurare i suoi servizi ai cittadini. Per le tasse che pagano gli italiani - aggiunge Di Maio - le scuole dei loro bambini dovrebbero già stare in piedi ed essere pulite, non è che si può dire alle mamme 'te le metto a posto regalando altri 2500 incarichi politici'. Ad ogni modo trovo inutile anche discuterne". Da parte sua Matteo Salvini, intervenuto a Palazzolo Milanese per un comizio del candidato sindaco, replica: "se Luigi Di Maio mi spiega chi sistema le scuole e le strade andiamo d'amore e d'accordo. Poi i Cinque Stelle si mettano d'accordo con se stessi, perché altri viceministri dei 5 Stelle stanno lavorando per dare forza alle province". Quella sulle province "è un'ennesima situazione in cui i 5 Stelle devono decidere tra sì no e forse", ha aggiunto Salvini.

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Province, tensioni tra Lega e 5 stelle