Scienza
Primavera, ecco perché l’Equinozio è il 20
Occorrerà abituarsi: in questo secolo non avverrà mai più il giorno 21 marzo

Occorre abituarsi al giorno 20 marzo, poiché in questo secolo l’equinozio primaverile non avverrà mai più il giorno 21 marzo, con buona pace di chi è tradizionalmente affezionato a tale data. Anzi se fino al 2047 sarà solo il 20 marzo, dal 2048 potrà avvenire qualche volta anche il 19 marzo. Dall’inizio di questo secolo l’equinozio è capitato il 21 marzo solo in tre occasioni: nel 2003, nel 2007 e nel 2011. A dire il vero l’ultima volta, nel 2011, considerando l’ora universale (UTC) e non quella locale, l’equinozio si è verificato già il giorno 20 (alle ore 23:21 UTC che corrispondono alle 00:21 locali del giorno 21). Lo scostamento rispetto alla “tradizione” è originato dalle correzioni che vengono attuate sul calendario gregoriano (in vigore dal 1582) per far tornare i conti fra il moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole e il ciclo delle stagioni. In pratica, sulla base del precedente calendario giuliano che, come sappiamo, prevede l’aggiunta di un giorno (in febbraio) ogni 4 anni nei cosiddetti anni bisestili, è stata introdotta l’ulteriore correzione che consiste nel non ritenere bisestili gli anni secolari non divisibili per 400 (come il 1700, il 1800, il 1900, il 2100 e così via). L’effetto dell’anno bisestile è quello di compensare con uno spostamento indietro di circa 18 ore della data dell’equinozio, i graduali spostamenti in avanti di circa 6 ore dei precedenti tre anni normali. Tuttavia, a conti fatti questi spostamenti indietro generati dagli anni bisestili non correggono in maniera esatta l’errore; infatti, resta una piccola discrepanza di poco più di 11 minuti all’anno che, a lungo andare, porterebbe a un eccessivo spostamento all’indietro. Così, come accennato, una volta al secolo, per tre secoli su quattro, viene saltato un bisestile proprio per compensare questa ulteriore discrepanza della quale gli antichi romani non hanno tenuto conto.
E qui veniamo al punto. Dato che l’anno 2000, essendo divisibile per 400, è stato bisestile, di fatto non ha permesso la compensazione secolare garantita dall’assenza di un bisestile al secolo. In tal modo durante il XXI secolo non può far altro che proseguire l’impercettibile, ma inesorabile spostamento indietro della data dell’equinozio, spostamento che, come accennato, ha già portato all’abbandono del 21 marzo come riferimento. Tale data tradizionale resterà nei ricordi del passato fino a quando, nel 2100, il salto dell’anno bisestile non ripristinerà il calendario come una volta, ma a quel punto dubito che gran parte di noi saranno presenti a testimoniarlo.
Simone Abelli-meteorologo Meteo Expert