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‘Ndrangheta, due preti indagati per minacce mafiose e messaggi hard a disabile. Chiesto il processo

La procura antimafia di Catanzaro sta indagando su due sacerdoti del Vibonese che effettuavano pressioni mafiose su un debitore

‘Ndrangheta, due sacerdoti del Vibonese sono indagati per minacce mafiose e messaggi hard dalla Procura antimafia di Catanzaro, che ha chiesto anche il processo. I due, Graziano Maccarone, segretario particolare del vescovo di Mileto e Nicola De Luca, reggente della Chiesa Madonna del Rosario di Tropea, effettuano pressioni per la restituzione di un debito invocando parentele mafiose per incutere paura.

Il pm Annamaria Frustraci accusa i due preti di aver tentato di convincere il debitore a ripianare l’intera somma ricorrendo a minacce e intimidazioni, incluso l’intervento dei parenti mafiosi di uno dei due. Don Graziano Maccarone, insieme all’amico prete De Luca, aveva prestato all’uomo 8mila euro affinché alla figlia non pignorassero dei beni a compensazione di un debito. Il prete aveva anche detto all’uomo che la restituzione della somma poteva avvenire con calma e a rate.

Nel frattempo però don Maccarone ha messo gli occhi sulla figlia disabile dell’uomo, tartassandola di messaggi a sfondo sessuale e spingendosi anche oltre invitandola in un hotel. Inizialmente la ragazza non vedeva la richiesta di foto hard come una costrizione, ma all’invito del prete ha reagito con un rifiuto. Ed è stato proprio in quel momento che il prete ha iniziato a fare pressioni sul padre debitore, probabilmente anche per ripicca verso la ragazza. Richieste d’incontri alla presenza della figlia, minacce mafiose e passaggio alle vie di fatto. Don Maccarone infatti aveva chiesto ai parenti mafiosi di pestare il debitore, ma questi ultimi si sarebbero rifiutati invitando i due preti ad atteggiamenti più miti. Ora le indagini incastrano i due sacerdoti.

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