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8 marzo: perché oggi le donne scioperano?
Lo sciopero generale organizzato da Non Una Di Meno

Per oggi, venerdì 8 marzo festa della donna, i movimenti femministi di oltre cento Paesi nel mondo hanno indetto uno sciopero. In Italia lo sciopero generale è stato organizzato da Non Una Di Meno: durerà per tutte le 24 ore della giornata e coinvolgerà sia il settore pubblico sia quello privato. In 70 città italiane si svolgeranno presidi e manifestazioni.
Nell’appello per lo sciopero, le attiviste di Non Una Di Meno annunciano l’interruzione di “ogni attività lavorativa e di cura, formale o informale, gratuita o retribuita”. E spiegano le motivazioni dello sciopero dell’8 marzo, analizzando in particolare le condizioni delle donne in Italia.
Nel nostro Paese, spiegano, “una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata vittima della violenza di un uomo, quasi 7 milioni di donne hanno subito violenza fisica e sessuale, ogni anno vengono uccise circa 200 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex. Un milione e 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni di età. Un milione di donne ha subito stupri o tentati stupri. 420 mila donne hanno subito molestie e ricatti sessuali sul posto di lavoro. Meno della metà delle donne adulte è impiegata nel mercato del lavoro ufficiale, la discriminazione salariale va dal 20 al 40% a seconda delle professioni, un terzo delle lavoratrici lascia il lavoro a causa della maternità”.
“Femminicidi. Stupri. Insulti e molestie per strada e sui posti di lavoro. Violenza domestica. Discriminazione e violenza sulle donne disabili. Il permesso di soggiorno condizionato al matrimonio. Infiniti ostacoli per accedere all’aborto. Pratiche mediche e psichiatriche violente sui nostri corpi e sulle nostre vite. Precarietà che diventa doppio carico di lavoro e salari dimezzati. Un welfare ormai inesistente che si scarica sul lavoro di cura gratuito e sfruttato nell’impoverimento generale.”
Cosa chiedono le donne?
Lo spiega l’appello di Non Una Di Meno per l’8 marzo: “Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale. Vogliamo aborto libero sicuro e gratuito. Vogliamo autonomia e libertà di scelta sulle nostre vite, vogliamo ridistribuire il carico del lavoro di cura. Vogliamo essere libere di andare dove vogliamo senza avere paura, di muoverci e di restare contro la violenza razzista e istituzionale”, rivendicano le attiviste.