Intrattenimento
Michael Jackson, un documentario mette di nuovo a rischio il patrimonio
Il defunto 'Re del Pop' morì sul lastrico, ma dopo la morte gli eredi riuscirono a risollevare la fortuna economica: "Leaving Neverland" fa tremare

Michael Jackson fa ancora parlare di sé e il motivo è il documentario “Leaving Neverland”, dove due sue presunte vittime lo accusano di pedofilia. Nel documentario, realizzato da Dan Reed e promosso da Oprah Winfrey, parlano due uomini adulti, Wade Robson e James Safechuck, che accusano Jackson di avere avuto ripetuti rapporti sessuali con loro quando avevano rispettivamente sette e dieci anni e lui era all’apice della sua carriera.
La tesi del documentario è che Michael Jackson fosse un “uomo-bambino”, che si serviva del suo ranch di Neverland, delle lussuose case e dei jet privati non solo per sfarzo personale ma anche e soprattutto per attrarre giovani vittime. Inoltre si sostiene che per lui fosse una cosa “normale”, proprio perché si considerava un bambino. Gli eredi del defunto re del pop (madre, i tre figli e varie organizzazioni per l’infanzia) hanno dichiarato guerra facendo causa per danni da cento milioni di dollari.
“C’è sempre stata questa ombra sulla figura di Michael“, ha detto al New York Times Charles Koppelman un ex consigliere finanziario del cantante: “Il documentario sarà visto da milioni e milioni di persone. Inevitabile l’effetto negativo sulla sua fortuna finanziaria“. Jackson infatti morì pieno di debiti, ma la sua morte segnò la rinascita della fortuna economica: gli eredi infatti conclusero quasi subito ricchi accordi per film, nuovi album e show teatrali. Il documentario mette nuovamente tutto in discussione.