
Bocciati da Draghi e dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, i minibot sono un’opzione avanzata dalla Lega per rimettere “in ordine” i conti dell’Italia dopo che la Commissione europea ha chiesto una procedura d’infrazione contro il nostro Paese.
I Bot – Buoni Ordinari del Tesoro – sono obbligazioni che emette lo Stato per finanziare il proprio debito e vengono acquistate da chi vuole investirci in cambio di un interesse che viene ripagato alla scadenza. La scadenza dei Bot è breve e può essere di 3, 6 o 12 mesi e il loro valore minimo è di 1.000 euro.
I minibot sono un surrogato di titolo di stato che non viene assegnato in un’asta del Tesoro, con un rendimento deciso dal mercato, ma si tratta di un titolo infruttifero e privo di scadenza. Sono come dei Bot di piccolo taglio, che equivalgono a 5, 10, 20, 50 o 100 euro. L’idea avanzata dalla Lega, e in particolare da Claudio Borghi, è quella di stamparli su delle banconote rendendoli del tutto simili alla valuta corrente. I cittadini e le imprese potrebbero utilizzarli per pagare servizi o beni legati allo Stato, come la benzina o le tasse. Il problema di cui si sta discutendo è proprio questo: con i minibot si creerebbe, di fatto, una moneta parallela all’euro. Ma i trattati comunitari non lo consentono.