Clima e Ambiente

Si avvicina la COP28: la conferenza al via a Dubai dal 30 novembre

Si avvicina il cruciale appuntamento con la COP28, in programma dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Gli scienziati affermano che il 2023 sarà quasi certamente l’anno più caldo mai registrato, e intanto il tempo stringe per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, come previsto dall’Accordo di Parigi deciso alla COP21.

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si tiene ogni anno dal 1995. Questi vertici sono un momento importante per i leader mondiali, i decisori politici, gli esperti, i per discutere della crisi climatica a livello globale.
Le conferenze annuali riuniscono coloro che 30 anni fa hanno firmato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), un trattato ambientale internazionale che affronta i cambiamenti climatici.
Tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite sono firmatari dell’UNFCCC, così come la Palestina, le Isole Cook e Niue. Anche la Santa Sede è un osservatore del trattato. In pratica ogni nazione, Paese o Stato del mondo è coinvolto, per un totale di 197 parti firmatarie.
Ogni anno i rappresentanti di ciascuna parte si riuniscono per discutere delle azioni da intraprendere in materia di cambiamenti climatici in occasione della Conferenza delle Parti o COP.

I quindici giorni di negoziati prenderanno il via con il Vertice mondiale sull’azione per il clima dell’1 e 2 dicembre, che riunirà i capi di Stato e di governo e i leader della società civile.

Il programma tematico prevede giornate dedicate alla finanza, all’energia e alla natura, e quest’anno avremo anche una giornata dedicata alla salute. I negoziati finali sono previsti per l’11 e il 12 dicembre, ma probabilmente, così come già successo in altre occasioni, l’accordo finale verrà siglato con un po’ di ritardo.

La presidenza della COP28 affidata a un petroliere

Il presidente designato dagli Emirati Arabi Uniti è Sultan Al Jaber, inviato speciale del Paese per i cambiamenti climatici negli ultimi tre anni. È anche l’amministratore delegato della compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi (Adnoc), una posizione che molti considerano incompatibile con la guida della risposta mondiale alla crisi climatica.
Dopo l’annuncio della sua nomina all’inizio dell’anno, più di 130 legislatori europei e statunitensi hanno scritto alle Nazioni Unite, al Presidente della Commissione europea e a Biden chiedendo il suo ritiro.

I temi più importanti riguarderanno i progressi verso gli obiettivi di Parigi, l’accelerazione del passaggio alle fonti energetiche pulite per tagliare le emissioni di gas serra prima del 2030, il
trasferimento dei fondi per l’azione climatica dai Paesi più ricchi a quelli più poveri e il lavoro su un nuovo accordo per i Paesi in via di sviluppo.

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