Clima e Ambiente

Sempre più persone rinunciano ad avere figli per i timori legati alla crisi climatica

Sono sempre più numerose le giovani coppie che decidono di non avere figli, o di averne meno, a causa dei cambiamenti climatici.

L’impatto della crisi climatica è già significativo su territori e comunità, e le sue conseguenze sono destinate a diventare sempre più gravi e diffuse nei prossimi decenni. Inevitabilmente, questo scenario ha iniziato a influenzare le scelte di vita di un numero sempre maggiore di persone, che ne tengono conto nelle decisioni quotidiane e nei piani per il futuro.

Il legame tra i timori legati ai cambiamenti climatici e le decisioni relative all’avere figli sono stati confermati da un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Plos Climate, portato avanti dai ricercatori dell’University College di Londra. Quasi 11 mila le persone coinvolte nella ricerca, portata avanti tra il 2012 e il 2022 principalmente nei Paesi del Nord del mondo, compresi quelli europei.


Dallo studio è emerso che le principali preoccupazioni dei giovani legate ai cambiamenti climatici riguardano l’incertezza sul futuro dei bambini non ancora nati, la capacità di provvedere a loro e il timore che avere figli contribuisca alle problematiche generate dalla sovrappopolazione e dal consumo eccessivo. Sulla scelta si fanno sentire anche ragioni più politiche, hanno scoperto i ricercatori, come il rifiuto di avere figli fino al momento in cui si vedrà un cambiamento sistemico.

«La nostra analisi mostra che non solo molte persone sono preoccupate per il benessere dei propri figli che crescono in un mondo di incertezza, ma che stanno anche considerando l’impatto di avere figli sull’ambiente, sulla capacità della loro famiglia di sopravvivere e sulla loro politica», ha sottolineato l’autrice principale dello studio, Hope Dillarstone.

«Capire perché alcune persone scelgono di adeguare le proprie decisioni riproduttive a seguito del cambiamento climatico – ha aggiunto – può rivelarsi determinante per modellare le politiche pubbliche».

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