Clima e Ambiente

Islanda, i fumi del vulcano in eruzione raggiungono Reykjavik

L’inquinamento prodotto dal vulcano che ha eruttato lunedì potrebbe colpire la capitale dell’Islanda secondo l’ufficio meteorologico del Paese.
L’eruzione, avvenuta nella penisola di Reykjanes, nel sud-ovest dell’Islanda, si è verificata dopo settimane di intensi terremoti e scosse. I fumi derivanti dall’evento potrebbero a breve raggiungere Reykjavik.

Circa 4.000 persone sono state evacuate già il mese scorso da Grindavik, una città di pescatori minacciata dalla colata lavica. Il fronte della lava si trova ora a soli 3 km dalla cittadina e si teme l’apertura di nuove bocche eruttive verso l’abitato.

Da settimane l’Islanda vive un’intensa attività vulcanica: dalla fine di ottobre, la regione intorno a Reykjavik ha registrato infatti un aumento dell’attività sismica. La lunghezza della crepa nel vulcano è di circa 3,5 km, con la lava che scorre a una velocità di circa 100-200 metri cubi al secondo, ha dichiarato il Met Office, aggiungendo che si tratta di una quantità molte volte superiore alle recenti eruzioni nella penisola di Reykjanes.

Secondo l’Agenzia Meteorologica Islandese, nelle ultime 24 ore l’attività massima dell’eruzione è rimasta intorno alla metà della fessura che si è aperta il 18 dicembre. L’attività sismica è stata relativamente costante e si sono registrati pochi cambiamenti nella deformazione dall’inizio dell’eruzione. Alla luce di ciò, la probabilità che si formi una nuova eruzione senza preavviso nelle vicinanze di Grindavík è diminuita nelle ultime ore. L’intensità dell’eruzione rimane comunque ancora significativa e paragonabile alle eruzioni di Fagradalsfjall. È stato inoltre dimostrato che il magma può raggiungere rapidamente la superficie, lasciando poco tempo per emettere avvisi.
Nel 2010, un’eruzione vulcanica ha provocato un pennacchio di cenere che si è innalzato per diversi chilometri nell’atmosfera, causando una vasta interruzione dei viaggi aerei in Europa.

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