Clima e Ambiente

I cambiamenti climatici influenzano anche la fogliazione. Lo studio dell’Ohio State University

Uno studio dell’Ohio State University pubblicato sulla rivista che si occupa di medicina e scienza PLOS ONE, ha evidenziato come i cambiamenti climatici influenzino la fogliazione. In 100 anni il periodo da quando gli alberi sviluppano le foglie alla loro caduta si sarebbe allungato di un mese a causa del riscaldamento globale; le foglie quindi secondo i ricercatori rimangono sugli alberi circa il 15% in più rispetto 100 anni fa. Fondamentali sono state le osservazioni molto dettagliate rinvenute nel diario di un agricoltore vissuto in Ohio tra il 1883 e il 1912 messe a confronto con quelle attuali.

Foto di June Simonton da Pixabayfoglie…

In tutto il mondo sono stati osservati cambiamenti nella tempistica degli eventi fenologici chiave delle foglie che sono coerenti con il riscaldamento climatico. Abbiamo studiato i cambiamenti nella lunghezza della stagione di crescita, nel germogliamento, nella colorazione del fogliame e nella caduta delle foglie nel secolo scorso in 7 specie di latifoglie autoctone utilizzando un set di dati storici sulla fenologia fogliare raccolto a Wauseon, nello Stato dell’Ohio dal 1883 al 1912, abbinato a osservazioni contemporanee. Utilizzando dati meteorologici a lungo termine, abbiamo studiato le tendenze della temperatura e delle precipitazioni nell’arco di 130 anni. Abbiamo riscontrato un’estensione significativa della durata della stagione di crescita nel secolo scorso in 5 delle 7 specie studiate che derivava principalmente dal ritardo nella colorazione del fogliame piuttosto che dal germogliamento anticipato. I nostri risultati suggeriscono che la maggior parte degli studi fenologici sulle foglie che indagano solo sul germogliamento stanno ignorando le informazioni cruciali sulla fine della stagione di crescita che sono essenziali per prevedere con precisione gli effetti del cambiamento climatico nelle foreste decidue temperate di specie miste. Oggi le foglie rimangono sugli alberi circa il 15% in più rispetto ad appena 100 anni fa, una percentuale che rappresenta un indicatore evidente che le temperature stanno cambiando e dimostra che le cose non sono più come prima, sono profondamente diverse. Un mese intero di estensione della stagione di crescita è un’enormità, se parliamo di un periodo di tempo piuttosto breve per l’espressione di questi cambiamenti” queste le parole di Kellen Calinger-Yoak, autrice principale dello studio.

Foto di PayPal.me/FelixMittermeier da Pixabay    

Nello specifico la ricerca ha studiato la fenologia di olmo americano, noce nero, quercia bianca, quercia nera, pioppo orientale, sommacco e sassofrasso. La maggior parte ha prolungato la fase di crescita, raggiungendo in autunno inoltrato il picco di colorazione delle foglie, altre, invece, hanno gemmato prima. Una stagione con le foglie più lunga dovrebbe portare gli alberi ad assorbire una maggiore quantità di CO2, probabilmente un risvolto della medaglia positivo ma gli studiosi avvertono che il mix di riscaldamento globale e fluttuazioni estreme della temperatura può stressare gli alberi in modi che la ricerca non è riuscita a rilevare. Un indizio viene proprio dalle differenti risposte adattive delle specie: in ottica evolutiva, probabilmente non tutte le strategie adottate saranno vincenti.

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