Clima e Ambiente

Artico, ghiaccio marino estivo: ormai è troppo tardi per salvarlo

È ormai troppo tardi per salvare il ghiaccio marino estivo dell’Artico. Lo rivela un nuovo studio, pubblicato su Nature.
L’analisi mostra che, anche se le emissioni di gas serra verranno ridotte drasticamente, nei prossimi decenni l’Artico sarà privo di ghiaccio a settembre. Se le emissioni dovessero diminuire lentamente o continuare ad aumentare, la prima estate senza ghiacci potrebbe essere nel 2030, un decennio prima rispetto alle precedenti proiezioni.

Artico: senza ghiaccio marino estivo già nel 2030

Solo nel 2021, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) aveva concluso che l’Artico non avrebbe perso i suoi ghiacci estivi se le emissioni fossero state ridotte drasticamente e se l’aumento della temperatura globale fosse stato limitato a 2°C. Questo scenario è stato drasticamente cambiato dalle ultime evidenze scientifiche. Il rapporto dell’IPCC concludeva che l’Artico avrebbe perso i suoi ghiacci estivi nel 2040 in scenari di emissioni intermedie e alte, ma la nuova ricerca anticipa tutto al 2030.
Secondo gli scienziati il 90% dello scioglimento è il risultato del riscaldamento globale causato dall’uomo, mentre il resto è dovuto a fattori naturali.

Dall’inizio delle registrazioni satellitari nel 1979, il ghiaccio artico estivo si è ridotto del 13% in dieci anni, ed è proprio questo uno dei segnali più evidenti della crisi climatica. Il ghiaccio marino artico raggiunge il suo minimo annuale alla fine dell’estate, a settembre, e nel 2021 ha raggiunto la seconda estensione più bassa mai registrata.

“Purtroppo è ormai troppo tardi per salvare il ghiaccio marino estivo dell’Artico”, ha dichiarato nel comunicato stampa  il Prof. Dirk Notz, dell’Università di Amburgo, in Germania, che ha fatto parte del team di studio. “Come scienziati, sono decenni che mettiamo in guardia sulla perdita del ghiaccio marino estivo artico. Ora questo è il primo componente importante del sistema terrestre che perderemo a causa del riscaldamento globale. La gente non ha ascoltato i nostri avvertimenti. Il Prof. Seung-Ki Min, dell’Università di Pohang, in Corea del Sud, che ha guidato il nuovo studio, ha affermato: “L’impatto più importante per la società umana sarà l’aumento degli estremi climatici che stiamo vivendo ora, come le ondate di calore, gli incendi e le inondazioni. Dobbiamo ridurre le emissioni di CO2 in modo più ambizioso e prepararci ad adattarci a questo riscaldamento artico più rapido e ai suoi impatti sulla società umana e sugli ecosistemi”.

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